
Corso on-line di Scrittura horror
A cura di Paolo di Orazio
Laboratorio Horror: corso base
Il racconto dell’orrore è la più consistente metafora in prosa dell’esistenza umana. E, al contempo, una forma speciale di intrattenimento multisensoriale, un luna park, un cinema su carta di gusto linguistico, tensione, coinvolgimento, esaltazione, ritmo, contrasti e paradossi, discesa preternaturale, misticismo. Si può considerare l’horror, senza esitazione, come il discendente pop della vecchia fiaba, assumendone in senso ampio l’antico presupposto pedagogico per l’infanzia: ravvisare sui lati oscuri della vita fuori dalla rassicurante bambagia famigliare (okay, poi la cronaca ci ha insegnato che molti dei mostri reali si annidano proprio fra consanguinei, ma questa è un’altra storia).
Per quanto riguarda l’aspetto creativo, non è semplice incantare e spaventare il lettore odierno, e non bastano i triti ingredienti catturati a random, i castelli stregati o fiumi di sangue e personaggi che parlano come in un film di Tarantino. E non basta semplicemente volerlo fare. Bisogna scrivere di una passione. Bisogna far sì che le tenebre scendano davvero e siano resi veritieri incubi mai descritti e – soprattutto – attuali.
Scrivere un racconto dell’orrore significa costantemente confrontarsi con l’animo umano e i monumenti letterari imprescindibili, L’Inferno di Dante, Dracula di Bram Stoker, i racconti di Lovecraft fino ai Libri di sangue di Clive Barker, alla estenuante ricerca di un’idea originale che, dopo 300 anni di tradizione, scuota potentemente i sensi. Allo stesso tempo, vanno ribaltati i cliché lavorando prevalentemente sui personaggi, umani e non, e superare infine il gotico barocco (dopo averlo assorbito) e aggirare l’effetto comico (a patto che non siano il fine ultimo della nostra opera).